Passaggio in islanda

Odiamo le gare, evviva  le gare!!

Abbiamo sempre detto che le gare gravel, per noi, non hanno molto senso. La gravel è fatta di non regole, non esiste una casella in cui inserirla. La si vive come si vuole. È libertà. Una gara, invece, è per definizione regola.

Due posizioni incompatibili, insomma. Opinione personale.

Ebbene, il prossimo 20 Luglio un piccolo team di Br.O. parteciperà alla The Rift Gravel Race Iceland 2024. Due di loro saranno iscritti, uno ne racconterà la storia.

Quindi? Partecipare e dare notizia di una gara, noi che non concepiamo le gare? Non ha un senso.

Non siamo impazziti. Diego e Marco, due membri della famiglia, sono due persone sportive, in forma; non vengono dal mondo della bici e mai hanno fatto competizioni in bici prima d’ora. Si sono innamorati del meraviglioso, anarchico mondo gravel. Hanno scoperto il bello del girare e del tenersi in forma in bici, poi delle gravel ride in compagnia, poi del mondo del bikepacking, fino a capire che volevano provare di più e si sono messi alla prova. Duramente. Un luogo pazzesco, una parte di viaggio di divertimento e una sfida importante con sè stessi, fare 200km in mezzo alla polvere vulcanica non è banale, e la decisione è presa. Si parte.

Se gli chiedete che obiettivo avranno in gara, probabilmente, si metteranno a ridere. Perchè l’unico obiettivo vero che hanno, che coincide con la loro angoscia più grande, è terminarla, passare i cancelli prima della loro chiusura e dire “ce l’ho fatta”.

Per vivere un’esperienza memorabile.

Il nostro carattere distintivo, una sorta di anarchia positiva in cui ripetiamo ossessivamente il mantra “fai quello che ti fa stare bene”, ci ha portato fino a qui.

Noi racconteremo la storia di due persone che si sono poste un obiettivo, hanno fatto fatica per arrivarci, e magari hanno cambiato qualcosa nella loro vita. E hanno ottenuto un risultato, qualsiasi esso sia.

La bici è solo un mezzo. La differenza vera la fa la persona che ci sta sopra.

Ultimamente, come Bradley, ci siamo allontanati un po’ dai social, abbiamo deciso di comunicare in modo lievemente diverso dal solito. Riteniamo di dover fare qualcosa di interessante, piuttosto che rendere fintamente interessante quello che non lo è. Da sempre siamo quelli che si muovono sull’entusiasmo, facciamo cose che ci gratificano, cerchiamo lo spirito vero dell’andare in bici. Ognuno ha il suo, a noi piace l’idea che chi va in gravel si senta appagato al 100% qualsiasi cosa abbia deciso di fare, senza essere plasmato su modelli che non gli appartengono.

L’organizzazione di questo viaggio è stata impegnativa, e non è ancora finita. Ve la racconteremo tramite le pagine del blog, qualcosa posteremo sui social, ma non è la nostra priorità. Vogliamo aiutare le persone a pensare positivo, a capire che per ottenere qualcosa bisogna sudare, quel “si può fare” senza intenti da santoni.

Per noi è importante chi appoggia il culo sul sellino, il resto, perfino la bici, è un dettaglio. 

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Rapiti dal fascino del gravel